I Crippled Black Phoenix perdono grumi di nostalgia post-rock con I, Vigilante e ampliano le trame addentrandosi ancor più in complessi mantra prog.

I Pink Floyd prendono piede nel territorio sonoro dell’ex-supergruppo, privo ormai dei legami di formazione con Mogwai e Portishead. Forgiato un suono arioso in cui emergono istinti primordiali finora taciuti, i Crippled Black Phoenix scandagliano il calore del rock anni Settanta senza cadere in leziose parodie o patetici revival.

Crippled Black Phoenix, I Vigilante

Non tutto sta in piedi senza scricchiolare, Burning Bridges rischia di fare il verso a Carpenters e Abba e sfigura proprio all’ultimo una tracklist equilibrata. Ma le corpose tinte pastello di We Forgotten Who We Are, le maestose escursioni di Troublemaker e lo spleen desertico di Bastogne Blues strappano applausi. C’è pure il tempo per una rivisitazione di Of A Lifetime dei Journey, dignitosa senza strabiliare.

(domino records, 2010)

troublemaker | we forgotten who we are | fantastic justice | bastogne blues | of a lifetime | burning bridges