Immaginifico e surreale, Aventine ha la fragranza minerale del suolo zuppo di pioggia. La musica della Obel si posa leggera sull’anima con la benedizione di Satie e Debussy ma parla comunque una lingua autonoma.

Voce, pianoforte, violino e violoncello tratteggiano un quadro impressionista elegante e senza punti deboli in cui i suoni caldi sono in perfetto equilibrio e lo spazio sonoro è profondo sebbene essenziale.

Agnes Obel, Aventine

Se di primo acchito l’atmosfera può sembrare disperata, la malinconia di queste undici canzoni è liberatoria, turbina nel petto come nebbia soffice per poi disperdersi al primo spiraglio di luce.

Le note di Fuel To Fire sono ostinate come un temporale che picchia sulle finestre, il valzer della title track volteggia tra le foglie secche di un sentiero nascosto. Ma l’apice emotivo si tocca con The Curse che sfiora il tono elegiaco dei versi di Sylvia Plath incarnandosi in un capolavoro di spoglia magnificenza.

(play it again sam, 2013)

chord left | fuel to fire | dorian | aventine | run cried the crawling | tokka | the curse | pass them by | words are dead | fivefold | smoke & mirrors

Affinità elettive: mandarino e cioccolato amaro 95%