I quadri di Duy Huynh sono vere e proprie fiabe visive. Nato in Vietnam, a otto anni Duy si trasferisce negli Stati Uniti, dove vive tutt’oggi e le difficoltà incontrate nella comprensione di una nuova lingua lo inducono a rifugiarsi nelle arti figurative, soprattutto fumetti, cartoni e graffiti.

Duy Huynh, Reverbed Confluence

Duy Huynh, Reverbed Confluence

 

Sviluppa così un suo personale linguaggio ricco di simboli e giochi di parole e nelle sue opere offre sempre infinite interpretazioni all’osservatore.

Duy Huynh, Unwinding the path of self discovery

Duy Huynh, Unwinding the path of self discovery

 

I quadri sembrano acquerelli, la luce è morbida e i colori danno forma a un mondo etereo e surreale che narra le fragilità delle relazioni affettive e la solitudine.

Duy Huynh, Weightlessness

Duy Huynh, Weightlessness

 

Il peso di quest’ultima è alleviato solo dall’Arte. Duy rivela una cieca devozione nel potere salvifico dell’espressione artistica e l’opera “The trust test” ne incarna alla perfezione il concetto.

Duy Huynh, The trust test

Duy Huynh, The trust test

 

Ricorre spesso il tema del viaggio come metafora dell’evoluzione spirituale dell’individuo e sono molte le figure femminili protagoniste dei suoi quadri, spesso gracili e incupite.

Duy Huynh, Miss Direction

Duy Huynh, Miss Direction

 

Tra coppie di amanti che levitano sfidando la gravità o danzano immerse in scenari surreali, strizzando un po’ l’occhio a Chagall

Duy Huynh, Rewriting the chapter

Duy Huynh, Rewriting the chapter

 

e strumenti musicali o elementi naturali che fuoriescono dai corpi e turbinano creando un avvolgente gioco di forme e colori, nell’universo di Duy Huynh le regole della logica si dissolvono.

Duy Huynh, Thanks for the melodies

Duy Huynh, Thanks for the melodies

 

La malinconia serpeggia in ogni pennellata eppure l’arte di Duy non suona mai disperata o schiacciata dallo sconforto. C’è una placidità di fondo quasi rassicurante che parla dritto all’anima e che attenua il peso dell’esistenza di ognuno di noi.

Duy Huynh, Strung Together

Duy Huynh, Strung Together

 

Cazzo, sembro Kierkegaard. Per qualche minuto ho dimenticato che questo è un dannato blogghe di cucina e il Rubinetto della Filosofia è partito a spruzzo. Mi sono pure commosso, oh, ma ora m’asciugo le ipotetiche lacrime di coccodrillo, m’allaccio il grembiulino e mi metto immediatamente al fornello che il piatto di oggi è complesso.

Era da un pezzo che volevo fare una bisque, che è una salsa a base di crostacei tipica della cucina francese e sono partito proprio da questo mio indomito desiderio per costruire attorno l’intera ricetta.

Ho pensato: la bisque la faccio con teste e carapaci di gamberone, quindi il gamberone ignudo magari lo marino con un agrume e lo spadello. Mmmm, lo faccio col lime? Ja! Ho pensato: in effetti ci starebbe bene anche una pasta o, che so, degli gnocchi di patata, meglio se viola che hanno un impatto visivo migliore. Ho pensato: ma sai che c’è? Ma in ‘sta bisque due funghetti shiitake, quelli giapponesi ricchi di umami, non voglio metterli? Massì.

Ho pensato: minchia, ma ‘sto piatto è un po’ sbilanciato su frequenze dolci: e il gamberone, e la patata, e il fungo. Mi serve un elemento di contrasto che dia sapidità e consistenza. Porco in frigo ne abbiamo? Sì, oink! Un pezzo di guanciale che, una volta croccante, mi fa risorgere il piatto dall’impasse palatale come un araba fenice.

Bene, vi starete domandando quindi quali ingredienti ci vorranno per 4 porzioni di Gnocchi di patate viola con gamberone al lime e la sua bisque ai funghi shiitake e guanciale croccante.

Gnocchi di patate viola, gamberone al lime, bisque ai funghi shiitake, guanciale croccante

Questi:

Per gli gnocchi:
– 1 kg di patate viola
– 300 g di farina di grano duro
– 2 tuorli d’uovo

Per la bisque:
– teste e carapaci di 8 gamberoni
– 40 g di funghi shiitake
– una carota
– una cipolla
– un gambo di sedano
– mezzo bicchiere di vino bianco
– timo e alloro
– 4 cucchiai di olio di semi di arachidi
– 80 cl di acqua calda

E poi:
– 8 gamberoni (che tanto uno lo mettete nel piatto ma poi vi chiederanno: oh, ma ce n’è ancora?)
– il succo di 4 lime
– 80 g di guanciale
– sale fino e sale grosso

Pronti, partenza, via. Metto a mollo i funghi shiitake in una ciotola con acqua fredda per un’ora. Sono essiccati e devo ravvivarli. Al termine li sciacquo e metto da parte.

Nel frattempo, lavo le patate viola, le taglio in quattro pezzi e le lesso in acqua bollente con tutta la buccia per 30 minuti spaccati. Le scolo e le passo sotto un getto d’acqua fredda in modo che possa rimuovere la buccia e le schiaccio con lo schiacciapatate. Lascio raffreddare per bene prima di fare gli gnocchi, sia perché se le maneggio bollenti mi scotto e sbraito e sia perché l’uovo, nell’impasto, coagula e lì sbraito il doppio. Ah, poi le patate troppo calde assorbono troppa farina.

Unisco quindi la farina alle patate schiacciate, che durante la cottura perdono fisiologicamente gran parte del colorito viola. Afferro due uova e separo i tuorli dai rispettivi albumi e li verso nel cratere che ho appena fatto al centro di farina&patata. Aggiungo una presa di sale e impasto per bene fino a che non ottengo un amalgama compatto ed elastico. Separo l’impasto in strisce che taglio poi a tocchetti per fare gli gnocchi, che faccio per mero gusto personale di forma sferica e lascio riposare per mezz’ora.

Preparo la base della bisque. Lavo e pulisco i gamberoni togliendo testa, carapace e il budellino interno (che è l’unica roba che getto via). Sbuccio carota e cipolla e le taglio a dadi grossolani e anche un po’ villani, così come il sedano. In un tegame riscaldo 4 cucchiai di olio di semi di arachidi – che ha un punto di fumo superiore all’olio d’oliva e quindi posso tenere la fiamma più alta – e aggiungo teste e carapaci di gamberone per tostarle. Dopo un paio di minuti aggiungo carota, sedano e cipolla, qualche rametto di timo e tre foglie di alloro, dopo altri 2 minuti verso mezzo bicchiere di vino bianco e faccio evaporare la parte alcolica. Ora, la ricetta tradizionale prevede l’uso del cognac per flambare ma io il cognac a casa non ce l’ho e se flambo in cucina rischio di appiccare un incendio, così opto per mezzo bicchiere di vino bianco, un buon Passerina IGP che ha quei sentori floreali che col crostaceo ci stanno una spada (se è per questo in molte preparazioni si usano concentrato di pomodoro e la panna, ma quest’ultima l’ho già usata la scorsa settimana e vorrei interrompere questa sequenza di peccati capitali) .

Continuo con la bisque. Aggiungo i funghi shiitake e poi l’acqua calda in modo da non far crollare la temperatura. Porto a ebollizione e faccio andare a fiamma vivace per 35 minuti. Quando gran parte dell’acqua è scomparsa, spengo la fiamma, acchiappo il mio frullatore a immersione e: FRULLO TUTTO. Ottengo un pastone molto denso che passo alla chinoise e raccogliere in una ciotola tutta la parte liquida che poi rimetto sul fuoco in un pentolino e riduco ulteriormente per una crema finale abbastanza densa. Aggiusto di sale e metto da parte.

La lavatrice ha terminato lavaggio&centrifuga, posso stendere i panni. Scusate, vado e tonno.

Stesi i panni, torno in cucina e taglio il guanciale prima a listarelle spesse mezzo centimetro e poi a tocchetti. Li verso in una padella fredda, accendo la fiamma alta e faccio rosolare consentendo al grasso interno di fuoriuscire. Una volta imbrunito e diffusosi in cucina un cordiale effluvio di porco, metto da parte il guanciale e lo lascio raffreddare in modo da poterlo sbriciolare.

Ho già marinato i gamberoni sgusciati nel succo di 4 lime per 20 minuti. Li asciugo per bene e li scotto in una padella incandescente senza olio e senza unguenti. Bastano circa 30 secondi per lato affinché la parte esterna si caramellizzi e sono pronti.

Lesso gli gnocchi in acqua bollente con sale grosso, in 3 minuti sono lì a galla che mi avvertono di non vedere l’ora di unirsi al resto della ciurma.

E io adesso acconsento all’unione, dopo tante peripezie, posso disporre sul piatto tre cucchiai di bisque, poi gli gnocchi, il gamberone scottato e una spolverizzata di guanciale croccante. Les jeux sont fait.

Stay tuna

Il Disconsiglio: il sapore complessivo è avvolgente e dalla spiccata nota dolciastra tenuta a bada dall’intervento del guanciale, sapido e croccante. L’abbinamento adatto richiede ricchezza di suoni ispidi, anche un po’ acidi ma supportati da un morbido manto ritmico. La casa consiglia un Com Truise, 84′ Dreamin, annata 2012