Questo post è offerto da Just Eat

Anche gli impenitenti spadellaioli come me, quando non c’hanno una cazzo di voglia di mettersi ai fornelli, optano per altre soluzioni di auto-sfamamento (si può dire? Io lo dico). Non sempre però c’è la grana per andare a zonzo per ristoranti pettinati a fare gli ispettori della Guida Minchiolìn di cui, come ben sapete cari Follouà, sono l’unico fondatore nonché direttore nonché tutto-il-resto.

Per non finire a scatolette e tristomanzie assortite, io che sono antonomasticamente un de-tonnato e un anti-scatoliere, ho colto l’allettante mano tesami da quei bravi picciotti di Just Eat: come attento fudbloggah-ispettore ho testato, in quel di Milano, alcuni dei locali del loro catalogo facendomi recapitare nella mia dimora cibaglie assortite e appuntando pregi e difetti di ognuno. Ho quindi redatto questa mini-guida corredando ogni assaggio con un commento il più severo-ma-giusto possibile. Non sono in ordine alfabetico, né di gradimento, bensì cronologico in base a quando li ho provati (ma le date non le ho segnate: vanno da inizio novembre 2016 al 20 febbraio 2017. Immaginatele).

Tutte le consegne sono avvenute in orario, un paio perfino con leggero anticipo. Quando il locale non disponeva di qualcosa che avevo ordinato, sono stato contattato telefonicamente per tempo per modificare l’ordine. Nel caso in cui c’è stato un disguido nelle portate recapitate (un panino al posto di un altro) l’errore è da addebitarsi al ristorante stesso.

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WARSÁ

cucina eritrea – via Melzo 16, Milano – www.ristorantewarsa.it

Prendo un piatto che è una composizione di alcune pietanze tipiche eritree: lo zighni, dorho, alicha e purè di lenticchie. Nella fattispecie uno spezzatino di manzo piccante il cui sughetto è molto invitante nonché godurioso a dispetto dell’aspetto non proprio gourmet. La carne è tenera e c’è anche un ovetto sodo, non sia mai che mi si abbassi il colesterolo. In allegato, il tipico pane eritreo, che si chiama ingera e che si usa al posto delle posate: sfoglie morbide simili a crepes dal sapore leggermente acidulo (ma gradevole).

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IL CASOLINO

vegetariano, biologico – via Paracelso 10, Milano – www.ilcasolinomilano.it

Arriva tutto corredato da materiale compostabile, dai contenitori alle posate. La mia voglia di salutismo si traduce in una zuppa di legumi ben fatta e dalla buona sapidità, la cottura ha tenuto nonostante il trasporto. Il pane è fatto con lievito madre e si sente, il tiramisù è ottimo e non è la solita fanghiglia zuccherina in cui spesso ci si imbatte. L’estratto depurativo lo sorseggio durante il pomeriggio ma alla fine la mia regolarità rimane immutata.

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VINTAGE BAKERY

hamburger, americano – viale Stelvio 39, Milano – www.vintagebakery.it

Non ci siamo. Per far fuori il Kermit più bacon (tradotto: carne bovino piemontese 180 g, pesto genovese, bacon, rucola, gorgonzola, chips abbinate) c’ho messo quasi 6 ore intervallate da generose sorsate d’acqua. Ok, ci sono andato pesante, ma anche il gusto complessivo non è entusiasmante. Anche la qualità della carne lascia a desiderare. Ah, dimenticavo, ho ordinato il bacon, che costa un euro in più, ma nel panino non v’è traccia. Le patate d’accompagnamento sono buone ma fisiologicamente ammosciatesi durante il viaggio.

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MOZZARELLA E DINTORNI

cucina pugliese – via Kramer 22, Milano – www.mozzarellaedintorni.it

Qui il piatto forte è la puccia salentina, ovvero un panetto dalla forma ovale schiacciata molto croccante all’esterno ma con una morbida mollica all’interno, solitamente teatro di fantasiose farciture. Ordino il Bitonto con crudo dolce di Parma, insalata, ricotta forte, mozzarella, cacioricotta, pomodori secchi. Eh, il coefficiente di sapidità è elevato, il pane fa il suo croccante dovere, l’interno è intenerito dai latticini. Volevo i lampascioni ma mi informano per tempo che sono finiti, arrivano dei taralli nella norma.

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THIS_IS_NOT_A-SUSHI-BAR

THIS IS NOT A SUSHI BAR

giapponese, sushi – via Nino Bixio 18, Milano – www.thisisnotasushibar.com

Mi faccio spedire un Menù Friends che comprende un misto di 14 nigiri, 10 sashimi, 16 uramaki e 12 hosomaki. Divido con le mie coinquilonze e tutti apprezziamo la perizia con cui ogni singolo pezzo è realizzato nonché la freschezza del pesce, senti il mare sciogliersi e dipanarsi in bocca. Semplice, efficace, di qualità, non ho altro da aggiungere, Vostro Onore.

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TEKEI SUSHI HOUSE

giapponese, sushi – via Anzani 1, Milano – www.tekei-sushihouse.it

Già solo con l’insalata di polpo con alghe acidule e piccanti Tekei vince a mani basse sebbene la porzione sia un po’ esigua. Anche i ravioli ripieni di gambero spaccano, forse più del sushi, ottimo ma comunque nella norma.

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LA_GRIGLIA_DI_VARRONE

LA GRIGLIA DI VARRONE

griglieria, carne – via Alessio di Tocqueville 7, Milano – milano.grigliavarrone.com

L’hamburger è senza pane ma con l’osannato uovo di Paolo Parisi e due fette del costosissimo jamon joselito (22 € secchi), il panino col pastrami devo andarlo a cercare col microscopio, sono due-morsi-due a 11 €. Ok la materia prima pregiata, ma qui si va un tantino al rialzo. La carne è comunque buona ma nulla di indimenticabile. Da rivedere, stavolta non mi ha convinto.

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VEGGY_DAYS

VEGGY DAYS

vegano – via Farini 40, Milano – www.veggydays.it

C’è un velo di incancellabile tristezza in un panino che non ha invero un sapore identificabile. Il burger di verdure è insipido e dalla consistenza molliccia e capire di cosa sia fatto è impresa ardua anche dopo un’attenta ispezione. La salsa non aggiunge nulla, sulla qualità del pane si potrebbe fare di più. Ordino anche una bottiglietta d’acqua che non arriva.

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TRAMè

TRAMÉ

tramezzini veneziani – piazza San Simpliciano 7, Milano – www.venetiantrame.it

Fuochi d’artificio palatali. Ne ordino 4 diversi per potermi fare un’idea dettagliata. Non ce n’è uno scarso, gli ingredienti sono qualitativamente ottimi, le proporzioni delle farce giuste. Vince su tutti quello con nduja e provola affumicata ma anche la mela verde che gioca col salmone merita una menzione speciale. Bene, bravi, bis.

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JARIT

italiano, gourmet – piazza Santo Stefano 10, Milano – www.jarit.it

Quella di Jarit è una formula originale: piatti gourmet firmati da grandi chef adagiati in vasetti sottovuoto da riscaldare e gustare a casa (ma anche nel loro locale). Francesco Baldissarutti firma il trancio di trota salmonata che è sodo e la crema di carciofi, spinaci e castagne che lo accompagna ben equilibrata. Mi piace molto anche la lasagnetta di Matteo Pisciotta, vagamente agrodolce, elegante.

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BURBEE

hamburger – via Castel Morrone 7, Milano – www.burbee.it

Il tallone d’Achille di Burbee è innegabilmente il pane, troppo dolce nell’impasto e che si inzuppa e sfalda a ogni morso. La polpetta, tutto sommato, non è neanche male e va a braccetto baldanzosa con il blue cheese che gli fa da compagno di merende. Le patate al forno sono nella norma.

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TAJ MAHAL

cucina indiana – via Porro Lambertenghi 23, Milano – www.tajmahalmilano.it

L’antipasto misto dello chef è composto da 5 pezzi di fritto non unto e ben eseguito, la farina di ceci della pastella è interessante. Immerso in un sugo piccante, l’agnello del gosht vendaloo si scioglie quasi in bocca mentre il formaggio in salsa di spinaci compreso nell’ordine è davvero da dimenticare.

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SPECIAL

hamburger – via Carmagnola 8, Milano – www.specialhamburgeria.it

Ordino lo Chalet Burger (con bacon, gorgonzola, paté d’olive e cipolla, oltre alla carne) ma arriva lo Special, che è nettamente diverso (ci sono melanzane sott’olio, lardo e pecorino di Pienza) e ha la salsa di pomodoro che non mi piace. Anche qui il pane si disfa tra le mani, soprattutto la base, fustigata com’è dai succhi della carne e dall’olio delle melanzane. Le patate rustiche, nonostante il trasporto, vanno più che bene e si mantengono decentemente.

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TRAM

TRAM

tramezzini veneziani – via Rogoredo 113, Milano – www.tramlab.it

Vale lo stesso discorso per “l’antagonista” Tramé di qualche paragrafo più su, i 4 tramezzini che scelgo sono uno meglio dell’altro. Per mera perversione culinaria mi faccio un Eciò, con sfilacci di carne di cavallo, che svetta e si prende l’oro, ma è un argento dorato quello che conferisco a tutti gli altri, con la soppressa veneta dell’Isola di Metamauco che mi fa godere come un tricheco esagonale, che non esiste fuorché nella mia fantasia.

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DRINKING NOT ONLY BURGER

hamburger – via Vetere 10, Milano – www.drinking-milano.it

Prezzi da panineria gourmet (si va da 7,90 € a 14,90 €) del tutto ingiustificati vista la materia prima scadente. Sulla polpetta ho il sospetto che sia surgelata, ma non presa dal reparto carne e poi messa in freezer, ma proprio quella del banco Surgelati. Si nota ad occhio e il palato sostiene la tesi. Inoltre la cottura è d’un pallore esangue. Al pane poi basta un cucchiaino di salsa per tramutarsi in mera poltiglia tra le dita, figuriamoci quando a rilasciare succhi è una fetta di mozzarella di bufala.

Stay tuna